sabato 12 dicembre 2009


Solo un grande maestro della musica come Angelo Branduardi poteva concepire un progetto culturale di così ampio respiro da traghettarci, pur perfettamente ancorati al 2009, nella vita
della Serenissima a cavallo tra il '500 e il '600.

Vi assicuro che districarsi nella bolgia mattutina, ascoltando "Che faralla, che diralla", è un'esperienza che travalica il tempo e ci fa rivivere l'atmosfera del tempo, come argonauti da poco usciti dalla macchina del tempo.

Le quattro grandi tematiche affrontate in musica riguardano un uomo del '500 come un uomo del 2009: Destino e Fortuna,Gioco, Spirito, Amore.

La lingua di queste "chansons" è poi molto interessante: non dimentichiamo infatti che il Fiorentino (come dialetto che si eleva a lingua italiana) arriva in Veneto, e qui gli intellettuali veneti se ne innamorano così tanto da volersene appropriare, sezionandolo in grammatica. Quasi a voler insegnare il Fiorentino agli stessi fiorentini, agli altri italiani del tempo e, perchè no, agli italiani del XXI sec.

1 commenti:

Mara ha detto...

Certo che scrivi un sacco, tu! Ma come fai???

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