martedì 5 gennaio 2010




Sono contenta di inaugurare una nuova sezione del blog "Anime contro il razzismo".

Sono persone che hanno dentro il fuoco sacro dell'amore per la Giustizia e che pagano le conseguenze delle loro idee sulla propria pelle.

Vedi alla voce --> Dennis Brutus.

Viaggiamo all'interno dei fatti più importanti della sua vita, che si è conclusa il 27/12/2009.


Poeta.


Si immaginano i poeti avulsi dalla vita, sempre pensosi, sempre alla ricerca di verità che poco odorano del lezzo carnale ed umano. Ed invece, no. C'è una splendente categoria di poeti che affonda le proprie mani direttamente nella vita, per i quali le parole e le idee hanno un peso materiale come la frutta che compriamo al supermercato o i quintali di mine che spediamo sugli scenari di guerra, o come il peso corporeo delle persone di colore che devono viaggiare su un autobus separate dagli altri.


Rifletto che per Brutus, nato in SudAfrica, abituato sin da piccolo alla mescolanza delle genti bianche e nere, vedere ampliarsi le restrizioni nei confronti della gente nera, deve essere stato inconcepibile, quasi ridicolo, per la sua assurdità.


Ma ripeto, tale assurdità è limpida solo agli occhi di chi ha amore per la Giustizia. Ecco quindi che il potere costituito si fa strumento della propria natura (ottusa ), impedendo a questo uomo, nel frattempo diventato insegnante, di pubblicare i propri scritti, partecipare a manifestazioni a favore di uno sport multirazziale. Gli eventi successivi, vedono Brutus incarcerato con Mandela, un'esperienza che sebbene dura dal punto di vista fisico (proviamo per gioco a spaccare pietre per un giorno!), è uno dei canali (l'altro sarà l'esilo dal SudAfrica) attraverso i quali si apre, si svolge e rafforza il proprio talento poetico.


"Credo che la nostra maggiore vittoria..sia...di aver trasformato gli appelli alla pietà e alla carità in pressanti richieste di giustizia sociale"


Remembering Egypt

Solitary I walked the sands

beside the Pyramid
shot soil beneath my feet:
ageless the cloudless skies
aeons above invisible stars:
men laboured in dusty rags
parched reeds wilted in shallows
children with dark hungry eyes
gazed, curious, at alien intruders
while power games unwound
dynastic narratives unscrolled;
sorrowing, we braced for tawdry tales

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