sabato 19 giugno 2010



Le case Magdalene (dal nome della prostituta convertita Maria Maddalena) avrebbero dovuto essere un luogo per ritrovare sè stesse,dopo aver perso la retta via.


Generare un figlio fuori dal matrimonio, avere atteggiamenti troppo disponibili verso i ragazzi, essere vittima
di una violenza sessuale: questi erano i comportamenti consideranti deviati in una società dall'alto profilo moralistico.
Alto ed apparente profilo moralistico, perchè proprio coloro che avrebbero avuto la pretesa di guidare verso il giusto dimostrano inevitabilmente la pochezza del cuore umano: avidità verso i soldi, goduria nell'umiliare, violenza, aggressione.
E' un pò questo il cuore di Magdalene: la storia di quattro ragazze a cui viene appiccicata addosso l'etichetta di pervertite, secondo i canoni morali imposti dalla Chiesa Cattolica Irlandese neglia anni '60.


Un luogo dove rinchiudere la vergogna: senza la volontà di comprendere i motivi e le storie personali di ognuna delle ragazze.
Una prigione emotiva, prima che sociale: con pochissimi momenti di riscatto personale.
E' un film del 2002, ma strettamente attuale, se pensiamo a tutte le forme di abuso documentate recentemente da parte di ecclesiastici.
In termini più generali, è un film sulla dura solitudine generata dai pregiudizi e da una moralità esibita come atto d'accusa e come strumento di controllo sociale.

Interessante anche questo documentario che pare abbia ispirato il regista Peter Mullan a sviluppare la storia del film:



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