sabato 5 giugno 2010



Sorvolando dolcemente una sinuosa ansa del fiume Po, in un suggestivo campo lungo che avvicina ed allontana dall'acqua illuminata dal sole ad occidente,
sulle note che echeggiano la ballata country dei Tin Hat,
entriamo con la protagonista Mara, come si faceva una volta ed anche oggi,
nel paesino inventato di Concadalbero, tra Veneto ed Emilia-Romagna,
in corriera blu.
Il borgo così piccolo ed ovattato, tra la nebbia che sfuma e nasconde
la quotidianità lenta dei suoi abitanti e la regolarità degli schemi sociali,
viene squarciato dall'arrivo di una maestra solare e giovane,
mentre sullo sfondo dei discorsi degli abitanti immaginiamo
la vecchia maestra, quella che ha cresciuto tutti in paese ed ora viene sostituita, impazzita,
fare atti sorprendenti.
Ma l'apparente immobilità dei luoghi e delle persone ha già subìto
l'alterazione dell'equilibrio. Tutti sono attratti da Mara, per bellezza
e per novità. E tutti la spiano.
Hassan, il meccanico tunisino.
Amos, il tabaccaio sborone.
Giovanni, il genietto del computer che inizia a leggere le sue email di nascosto.
La vita di paese che viene raccontata da Carlo Mazzacurati è un ritratto di
ciò che era e di ciò che è la provincia italiana: i vecchini seduti al bar gestiti
dai cinesi, le persone che guardano obliquamente tutti i movimenti altrui, l'immigrato
forse integrato, l'arricchito che si dispera per un graffietto al suv,
il veggente che legge le carte in tv,il dialetto come lingua principale.
Questo scenario impone i limiti del comportamento di ogni persona, i quali
se non rispettati generano conseguenze inaspettate.
Cosa può succedere infatti se Hassan si innamora di Mara?
E se Mara si lascia affascinare dal mondo che Hassan porta con sè?


Le risposte a queste domande sono tutte incluse nelle premesse inziali
di questo film: nei pregiudizi più forti del rispetto che Hassan si è
guadagnato negli anni all'interno della comunità ed in quella sorta di
pigrizia provinciale che emette decreti sintetici, superficiali come
i buongiorni mattutini di cortesia, frutto della giusta distanza da
mantenere e non valicare.


Ma, al contrario, quello che rimane dopo la visione del film è una sensazione di intensità: della passione, dei razzismi,
dei visi (accurata la scelta degli attori:Ahmed Hafiene, Valentina Lodovini, Giuseppe Battiston, Giovanni Capovilla),
delle voci, dei uoghi (suggestiva la fotografia di Luca Bigazzi, soprattutto nella parte inziale),
dei crimini, della voglia di appartenenza, e della voglia di liberarsi dell'appartenza.


Un film descrittivo il quale, avvalendosi dell'espediente del giallo di provincia, ci spiega come la società sta cambiando, le resistenze che incontra il cambiamento, e la potenza che distrugge apparenze e barriere del flusso costante della vita.

1 commenti:

Irene Dezu ha detto...

Ciao Romina...il film l'ho visto pure io...però il paese Concadalbero esiste davvero...solo che non è posizionato proprio tra Veneto ed Emilia-Romagna...è in provincia di Padova, lo conosco perchè non abito molto lontano da lì...le atmosfere sono più o meno quelle che si vedono nel film....campagna su campagna...

Irene

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