domenica 26 settembre 2010





Rokia ha sempre sentito dentro di sè un "suono", una musica tutta sua che doveva trovare un'espressione.

Figlia di diplomatici ha viaggiato in Europa, Medio-Oriente, Usa. Ed ogni musica ascoltata si è fusa, amalgamata con la potente radice africana.

Cosciente quasi sin da subito di non voler essere una cantante folk, ha accolto nella sua anima musicale la tradizione malese, dandole una forma personale e direi "universale".

Rokia infatti fa parte di quella generazione di artisti fortemente connotati ma universali: in grado di trasportare con il suono di una voce unica la musica oltre i confini geografici e di mostrarci - come su un vassoio di argento - i mille riflessi di melodie lontane dal nostro orecchio occidentalizzato.

Si, perchè veniamo portati per mano in questo viaggio nella musica africana da una traghettatrice di eccezione - per talento e bravura - la quale ci mostra il lungo continuum che c'è tra i ritmi arcaici ed il blues, il jazz.

La sua versione di "The Man I Love" è un esempio di questo sincretismo: parte così come la conosciamo, caposaldo del jazz, per virare dolcemente verso i gorgheggi africani.

Nel viaggio, una compagna inseparabile per Rokia: la sua chitarra elettrica Gretsch che si mischia con i tradizionali strumenti n'goni e balafon.

Elegante e minuta, ma non lasciatevi ingannare: la sua immagine artistica è forte e trasuda cultura.

Anche quella della scrittura dei testi (incentrati anche sui temi dell'emigrazione e della condizione delle donne) e della raffinata arte che accompagna le copertine dei suoi dischi.


per acquistare i suoi album (ad un prezzo irrisorio):


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