domenica 27 settembre 2009


Il programma televisivo di Canale 5 "Domenica Cinque" ha ospitato questo pomeriggio un
dibattito dal titolo "Ma quale integrazione?", presente in studio Daniela Santanchè, Barbara Palombelli, Vittorio Sgarbi, il fidanzato di Sanaa e alcuni rappresentanti della comunità islamica, tra cui un Imam, la giornalista Michelle Noudi e un'italiana convertita alla regione musulmana.

1.Inizio col dire che parlare di Integrazione e poi portare sul ring la sig.ra Santanchè contro un Imam non pone a favore della costruzione di basi di dialogo ragionevoli. La signora infatti si presenta come la vittima di un'aggressione subìta da alcuni musulmani in preghiera davanti al Duomo di Milano, per aver tentato di strappare il velo ad alcune donne presenti.

2.Il punto centrale, nella baraonda di insulti che sono stati trasmessi, è stato dichiarato proprio dalla sig.ra Santanchè la quale ha affermato che le donne uccise per mano di musulmani in Italia sono state 37.

3. Voglio qui ricordare invece che, nell'anno 2008 in Italia, sono state uccise 113 donne, di cui il 66% italiane, uccise per il 68% da carnefici italiani (e conviventi/mariti/fidanzati delle donne).
Vi prego di leggere con attenzione il rapporto stilato dalla Casa delle Donne che evidenzia come l'uccisore è in maggioranza italiano e del Nord.
4. E' importante fare le debite proporzioni: i musulmani in Italia saranno 800.000 (un milione?),
quindi 37 su un milione è una percentuale alta, come 113 su 57 milioni di italiani.
5. Quello che però è importante sottolineare è che la violenza contro le donne è TRASVERSALE.
Non significa nulla essere musulmani, cattolici o di chissà quale altra religione.
I motivi della violenza sono culturali.
I moventi più frequenti sono la conflittualità e la gelosia (capito Santanchè???).
6. Voglio anche ricordare ad alcune ospiti, presenti in studio che hanno invocato la Sharìa per
punire gente come il padre di Sanaa, che la Sharìa in Italia non esiste e che ci si affiderà ai giudici
italiani per un verdetto di colpevolezza.
7. Concludo auspiacando che tutte le donne di tutte le culture diverse possano lavorare insieme
per costruire un ponte tra visioni differenti e soprattutto possano educare i loro figli alla condivisione ed al rispetto.

P.s. Per rispetto alle 113 vittime del 2008, e soprattutto per evitare che i loro nomi vengano strumentalizzati per fini politici, io riporterò ogni tre giorni (che è la media nazionale di uccisione: 1 ogni 3 giorni) le storie di queste donne. Inzio con: E.Di Vesco

MILANO - 1 Gennaio - Ha ucciso la madre colpendola alla testa con una bottiglia di spumante e poi le ha tagliato la gola con un coltello. Lo studente 18enne, dopo aver colpito la madre 52enne, E. Di Vesco, si è pulito le mani e ha chiuso a chiave la porta di casa dove viveva con lei ed è andato a Brescia. È accusato di omicidio aggravato e di tentata violenza sessuale. Come lui stesso ha confessato, subito dopo pranzo avrebbe tentato di violentare la madre e di fronte alla sua reazione l'ha colpita. La tragedia familiare sarebbe maturata al termine di una violenta lite,
causata dall'opposizione della madre al progetto del figlio di non andare più a scuola
e di presentarsi da privatista alla maturità. (Corriere Della Sera)
Fonte: Rapporto sull'uccisione delle donne 2008 Casa delle Donne

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante.

Però
37 su 1 è 'infinitiamente' più grande di 113 su 57

E' come dire 37 (musulmani) contro 1,9 (italiani). Quindi i musulmani uccidono le donne 19,5 volte più degli italiani.

:-)

Ciao.
Aribandus

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