mercoledì 11 agosto 2010


"Chuyia, ti ricordi di essere sposata?"
La domanda è rivolta dal padre ad una bambina di 8 anni,la quale ha appena perso suo marito. Il suo sorriso spontaneo e il tintinnìo dei braccialettiai piedi spariscono di colpo quando Chuyia entra,forzatamente secondo la tradizione indù, nello status di vedova-bambina (che vuol dire penitenza, preghiera e devozione al marito, come se fosse ancora vivente).
Il film della regista Deepa Mehta parte dal contesto storico del 1938 per narrare una pratica tuttora esistente, definita religiosa, ma economica nella sua essenza: le vedove sono esseri impuri. Devono quindi vivere in ashram a loro dedicati, nelle privazioni affettive ed economiche. Possono chiedere l'elemosina fuori dai templi, non possono mangiare cibo fritto, non devono essere sfiorate, ma possono ricevere "benedizione" prostituendosi con bramini già sposati oppure sposando il fratello minore del marito.
Ogni artista che si possa realmente definire tale, riesce attraverso un "mezzo" a comunicare una visione del mondo.
Il mezzo per Deepa Mehta è nella storia, ma anche nelle inquadrature sempre esteticamente perfette e piene, le quali assieme ad una fotografia partecipe, scolpiscono i personaggi di una vicenda politica nell'essenza.
La politica è infatti presente nel film, dentro e fuori.
Ad esempio, Deepa fa spiegare al protagonista maschile,Narayan, il perchè dell'isolamento delle vedove: una bocca da sfamare e un letto in meno per la famiglia, più spazio in casa.
Ragioni economiche travestite da rispetto per i testi sacri.E le cifre del fenomeno sembrano confermare questa tesi:le vedove nel mondo sono 245 milioni di cui 43 milioni soloin Cina e 42.4 milioni in India.115 milioni di esse vivono in totale povertà.
Il dato politico è emerso anche dalle dure contestazioni degli integralisti indù, arrivate fino al punto di bruciare il set o alle minacce di morte rivolte alla regista e agli attori del fim, che hanno costretto la produzione canadese a girare in segreto in Sri Lanka.
"Water", che fa parte della trilogia che comprende anche "Earth" e "Fire", mutua il suo messaggio anche dalle proprietà dell'acqua del fiume Gange nel quale si scende ogni mattina per lavarsi.
La modifica della condizione delle donne deve essere un processo fluido,costante che non deve riguardare solo le donne. Il processo è culturale per l'intera comunità ed è molto significativoche Deepa Mehta scelga un uomo giovane (e colto seguace di Gandhi) per spiegare alle vedove i veri motivi della loro condizione.
Concludo dicendo che il film ha una sua aurea potente che lo innalza al valore più antico di storia/Storia e che ci si offre come un piccolo gioiello d'arte cinematografica.Voto 10.

1 commenti:

Blessing Sunday Osuchukwu ha detto...

Dopo una recensione così coinvolgente non rimane che cercarlo nelle sale.....
Tanti saluti!

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