lunedì 30 novembre 2009
domenica 29 novembre 2009
nel nuovo film di Almodovar "Gli abbracci spezzati".
Ad un capo della storia, c'è un regista all'altro, un film da terminare.
Nel mezzo, una donna che scatena visioni, ossessioni, ricerca della scena naturale e spinte di egoismo.
Sullo sfondo, croci colorate, oggetti di design ed un film che si rifiuta di terminare ingloriosamente ma che spinge il suo creatore a compiersi comunque.
Comunque.
sabato 28 novembre 2009
Questa la lettera che Dagmawi Yimer ha scritto a tutti coloro che hanno lavorato con lui al film:
"Vi dico una cosa solo che sono talmente sodisfatto,fiero,fiero personalmente
e mi sento un grande sollievo per quanto riguarda il contribuito che ho fatto per quei miei amici che stanno in guai ancora. Sono anche libero (innocente storicamente). Non so se mi avete capito bene.
Mi disturbava dentro di me una voce che mi accusa colpevole (guilty) e adesso
con tutto il vostro lavoro ,la vostra volontà e dedicazione non c'è più quella voce
sono anche libero e innocente come un uomo sulla terra. Per me questa è la giustizia: dare voce a quelli che non hanno il potere.
un abbraccio forte a tutti
dormo... dormo... e
certo che mi sveglio di nuovo."
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Voglio dire due parole su questo documentario...Guardate bene la locandina...Dag tocca con mano il container nel quale molti suoi fratelli sono stati trasportati in questo lungo viaggio della disperazione. Immaginate cosa può essere stare in cinquanta all'interno di un container senza la possibilità di respirare? Quei container sono forniti alla Libia dallo Stato Italiano.
venerdì 27 novembre 2009
giovedì 26 novembre 2009
Le Nereidi, nella mitologia greca, erano le figlie di Nereo e Oceania: creature immortali e benevole che facevano parte del corteo del dio Poseidone e che venivano rappresentato come fanciulle con i capelli ornati di perle, a cavallo di delfini o cavalli marini...
mercoledì 25 novembre 2009
lunedì 23 novembre 2009
domenica 22 novembre 2009
L'attentatrice è un libro importante perchè ha il pregio di rimescolare le carte in gioco.
Questo avviene già nella decisione saggissima dell'autore, Mohammed Moulessehoul, di scegliere uno pseudonimo femminile.
Un cambio di prospettiva che dall'autore passa ai protagonisti della storia/Storia.
Sihem, una donna araba, apparentemente felice ed integrata nella società bene di Tel Aviv (Israele), entra in un ristorante pieno di bambini che festeggiano un compleanno e, si fa esplodere. L'esplosione, oltre a ferire ed uccidere una trentina di persone, squarcia la vita di suo marito Amin Jaafari, arabo naturalizzato israeliano, che viene destrutturato dalle schegge morali di un attentato compiuto dalla persona che credeva di conoscere più di ogni altra.
Questa è solo la partenza di una partita a carte di Amin con la sua vita, in cui tutto viene costantemente rimescolato: amore, carriera, radici, grattacieli e guerriglia, ville e povertà, vittime ed attentatori.
"L'ufficiale mi informa che in seguito all'attacco kamikaze compiuto da Wissam Jaafari contro un posto di blocco, e conformemente agli ordini ricevuti dai suoi superiori, abbiamo mezzora per evacuare la casa e permettergli di procedere alla sua distruzione.
"Cosa" protesto. "Volete distruggere la casa?"
"Vi restano ventinove minuti, signore."
"Neanche a pensarci. Non vi lasceremo distruggere la nostra casa. Che storia è questa? Dove andrà la gente che abita qui? Ci sono due vecchi quasi centenari che cercano di congedarsi con dignità dai pochi giorni che restano loro. Non avete il diritto...Questa è la casa del patriarca, il punto di riferimento più importante di tutta la tribù. Sloggiate di qui, e in fretta."
"Ventotto minuti, signore."
"Rimarremo dentro. Non ci muoveremo da qui."
"Non è un mio problema" dice l'ufficiale. "Il bulldozer è cieco. Quando parte, va fino in fondo. Siete avvisati."
"Vieni via" mi dice Faten tirandomi per il braccio.
...
"Ma distruggeranno la casa" grido
"Cos'è mai una casa quando si è perso un paese?" sospira.
venerdì 20 novembre 2009
Le reliquie di Buddha Shakyamuni e di alcuni dei suoi più importanti discepoli diventano uno strumento pedagogico per insegnare la Pace e i Valori Etici a chi vorrà ascoltare.
Accademia di Brera, Milano
20-22 novembre 2009
nell'ambito del più ampio progetto Maitreya
giovedì 19 novembre 2009
martedì 10 novembre 2009
La cronaca di questi giorni che insiste sulla morte del giovane Stefano Cucchi, avvenuta in carcere per maltrattamenti per chiarire i quali è stata aperta un'inchiesta parlamentare , e sul suicidio di Diana Blefari Melazzi, brigatista ammalatasi di profonda depressione dopo la sentenza di ergastolo, ci porta a riflettere sulle tematiche di Certezza della Pena & Diritti Umani dei Detenuti.
A questo proposito, voglio segnalarvi una lettera scritta dai detenuti del carcere di Padova alla redazione del sito www.sussidiario.net in cui emerge un valore fondamentale per chi si trova a scontare una (lunga) pena: la Speranza.
Alcuni stralci della lettera:
"Quando viene data una possibilità durante la detenzione non significa svilire il senso della condanna, ma anzi si aiuta la persona a prendere coscienza delle proprie responsabilità. E' proprio in quel momento che si inzia davvero a pagare..."