Metti un agriturismo. Metti anche una camera singola con terrazzino. Metti 10 persone che hanno talento letterario insieme con tre editor.
Dei dieci, uno, solamente uno vedrà il frutto delle sue fatiche realizzarsi: la tanto agognata pubblicazione del proprio libro.
Alla modica cifra di 1200 (se ti iscrivi alla selezione entro il 20 aprile, 1400 se sgarri anche di un solo giorno!).
Nasce la Fattoria degli Scrittori.
Una settimana full-immersion in cui tra passeggiate e luoghi ameni, suderai sette camicie scrivendo anche sette ore al giorno
ed avendo la possibilità (?) di confrontarti con i tuoi colleghi-nemici e i tre editor.
Quando ho letto la notizia, ingenuamente ho esultato. Evvai! ho pensato, una reale possibilità di crescita nella scrittura!
Poi, leggendo le specifiche dei requisiti di partecipazione, sono stata assalita dai dubbi...tanti dubbi...tantissimi dubbi.
Punto 1. Mi chiedo: perchè far pagare? La vera rivoluzione dell'operazione sarebbe stata quella di applicare per una volta sola in Italia, un criterio meritocratico. Punto e basta.
Invece sembra una di quelle ennesime operazioni editoriali in cui ti inviano un bel contrattino già stampato (avendo solo letto i tuoi scritti, ma senza neanche averti guardato in viso) in cui sono lieti di comunicarti che pubblicheranno il tuo libro alla modica cifra di 2500 euro, da versare in comode rate mensili.
Punto 2. Alcune immagini di questa conviviale esperienza potranno essere trasmesse via web o in qualche televisione. Entra il concetto di reality anche nella Letteratura, camuffato dall'idea di far vedere come lavora un team editoriale? E loro ci guadagneranno dalla vendita di queste immagini?
Punto 3. Forse anche gli editori, viste le recenti esperienze di reality che svolgono il ruolo di talent scout nella discografia, pensano di utilizzare lo stesso meccanismo sfrondante del reality nel quale già si presentano i più mediamente dotati, i quali vengono raffinati dal confronto con alcuni maestri. Ma qui, il tempo è breve. Troppo breve: solo una settimana.
Concludo dicendo che limitare la Letteratura nei pollici di una televisione o dello schermo piatto di un pc può contenere in sè la banalizzazione dell'esperienza della scrittura. Che è un'esperienza al contrario di cesello, di riflessione, di costruzione e ricostruzione, infine, di creazione.
L'esempio topico ci è già stato servito sul piatto d'argento da Aldo Busi, all'interno dell'Isola dei Famosi. Forte dell'amore per l'unità degli opposti, questo scrittore-paroliere e tutor ha tentato un'esperimento estetizzante (cito testualmente) che sarà stato compreso solo e forse dal 2% degli spettatori dell'Isola. La tv fagocita il pensiero, mentre la Letteratura amplifica il pensiero.
Ma forse sono solo io che non ho compreso a pieno lo spirito nascosto (Bertrand Russell direbbe il "bene nascosto") in questa operazione commerciale. Forse un'opportunità ad uno di questi dieci verrà data davvero (senza la richiesta di ulteriori versamenti).
fORSE.
Se ci/vi/ti interessa il sito è http://www.lafattoriadegliscrittori.it/